La signorina Papillon
(nel paese dei brutti sogni)
di Stefano Benni
La signorina Papillon produzione Accademia Arte e Vita e Teatro delle Ali: possono, i sogni, diventare realtà?
Lo spettacolo
La signorina Papillon è uno spettacolo nato da una condivisione di intenti e da un miscuglio di professionalità che si vennero a creare alcuni anni fa, a Breno, nel bresciano. Fu il periodo d'oro del Teatro delle Ali, per tanti di quei motivi che non si riescono nemmeno a vedere tutti in maniera chiara: un giovane sindaco: Sandro Farisoglio, un direttore artistico illuminato: Cyrille Doublet, una squadra di tecnici teatrali da paura: Benjamin Furbacco e Claudio Mirabelli in testa a tutti, un mediocre regista (io), ma che in una culla così è stato in grado di mettere insieme una regia di tutto rispetto, grazie anche ai primi, meravigliosi interpreti: Marco Pedrazzetti, Giulia Radice, Siria Valoti, Ivan Bernardi.
Furono settimane di lavoro intenso per tutti. Le parole non sono cambiate di una virgola, rispetto alla scrittura di Stefano Benni; la regia, supportata da tutto il cast artistico e tecnico, ha saputo mettere in risalto le qualità di questo testo, attuale, divertente e tremendo al tempo stesso. La signorina Papillon è uno di quei rari copioni teatrali che sa coniugare la leggerezza di battute al vetriolo con la terrificante scoperta che i protagonisti di quelle battute siamo noi.
Il cast tecnico ed artistico della prima rappresentazione
Alcuni sono già stati citati: Benjamin Furbacco ha disegnato le luci, Claudio Mirabelli ha composto le scenografie, Martina Giurini è stata aiuto regista (alcune delle foto di questo articolo sono sue), Fabio Guidotti ha pensato e realizzato gli oggetti di scena, Daniela Cossetti i costumi. Io ho curato la regia, è stata una cosa piuttosto facile, perché le persone che mi hanno circondato durante quelle meravigliose settimane sono state collaborative e propositive.
Ci sono voluti cinque giorni in teatro per affinare le luci, gli oggetti, le scene, e ne è venuto fuori un lavoro coi fiocchi, come si può leggere anche nella recensione del Guitto Matto alla fine di questo articolo.
Le repliche del 2016
Lo spettacolo ha brevemente replicato nella primavera del 2016 in alcuni teatri bresciani, con Valentina Ghetti in sostituzione di Giulia Radice nei panni di Rose Papillon, mentre il resto del cast è rimasto invariato. Valentina ha saputo vestire i panni della piccola sognatrice a tempo di record.
Le repliche del 2023/2024
Ed eccoci all'anno 2023. Quasi due lustri sono passati dalla prima rappresentazione, ma lo spettacolo non ha perso il suo smalto, anzi: lo ha fatto splendere ancora di più. Tutti gli interpreti (o quasi) sono cambiati, abbiamo addirittura due Rose: Valentina Ghetti e Silvia Veraldi e due Marie Luise: Greta Bianchini e Daniela Amadu, mentre io mi trovo a vestire i panni del poeta Constantin Millet e Davide Manzoni interpreta Armand.
Lo spettacolo è andato in scena a gennaio 2024 al teatro Odeon di Lumezzane, dopo essere passato per Brescia, nell'ambito di Bergamo e Brescia capitali della cultura. Proprio a Brescia, Rose e i suoi compagni hanno guadagnato un meraviglioso successo di pubblico e una recensione molto positiva. Aprile 2023 ha visto il ritorno al Teatro delle Ali: proprio lì, dove tutto è iniziato, dieci anni fa. Proprio lì, dove c'erano riunioni-fiume per le scelte tecniche da mettere in atto sul palco; proprio lì, dove Benjamin mi propose la proiezione di due lame di luce che io rifiutai. Ma che quando mi mostrò non seppi dire di no.
La recensione dello spettacolo del Guitto Matto (2023)
Un grazie al Guitto Matto per la splendida recensione dello spettacolo: "...non c’è una risposta certa, come spesso (direi quasi sempre) accade nella vita di ciascuno di noi. E nello spettatore fino alla fine s’instaura e permane il dubbio se si tratti di una storia reale o della sublimazione di desideri vaghi e scomposti. Un testo ambientato nel passato ma permeato di richiami a situazioni contemporanee, in continuo precario equilibrio tra fredda analisi della realtà e suggestioni oniriche...". (chi volesse leggere l'intera recensione la trova qui).
La trama
Ma qual è la trama della Signorina Papillon? Rose vive nel suo giardino, tra rose e farfalle, in compagnia di un pappagallo, che non si capisce se sia in vita oppure "morto di psoriasi due anni fa, dopo avere impestato tutta la servitù" (Armand, scena 1).
Nel suo giardino Rose Papillon riceve i suoi "amici": Armand, appunto, che sembra essere una sorta di fidanzato. Marie Luise, la cugina di città: vive a Parigi e sembra frequentare ambienti elevati: balli, feste, gente di cultura. C'è poi il poeta Constantin Trobarclus Millet, che alla sua prima apparizione si finge giardiniere ma poi si svela come il poeta di cui tutti parlano. Si è fatto assumere dalla madre di Rose (che viene solo citata senza mai comparire), per poter stare vicino a lei "vorrei diventare il giardiniere del vostro cuore" (Millet, scena 2).
Ognuno di loro racconta a Rose solo il meglio della propria vita, dei propri successi professionali, della propria posizione sociale, ma nasconde terribili segreti e rimorsi di coscienza per i propri pensieri, opere, omissioni "ho detto le frasi più perfide e ho gioito degli amori finiti e delle donne cadute in rovina, e ho deriso i deboli e ho schernito chi non era più invitato al ballo, perché temevo che un giorno toccasse a me" (Marie Luise, scena 14).
Armand, Marie Luise, Millet si offrono di portare Rose a Parigi, con le buone o con le cattive maniere; ma ognuno di loro ne trama l'omicidio, per avvelenamento o annegamento, in accordo con gli altri e con la stessa Rose (in questo caso sono Marie Luise e Rose a sperare che i testosteronici personaggi maschili si uccidano a vicenda). Quindi non si capisce bene quali siano le alleanze "mi sembrava di impazzire senza di te" (Armand, Millet, Rose, scene 10,11,12). Una gran confusione, insomma, come quella che si può vivere nei sogni, ed infatti il sottotitolo del testo è "(Nel paese dei brutti sogni)".
Al suo risveglio Rose "Che sogno! Che sogno" (Rose, scena 15) si rende conto che tutto quanto avvenuto nelle precedenti scene sembrava essere soltanto un sogno; ma all'ultimo ingresso dell'Armand reale (non onirico) anche questa "certezza" è minata. Infatti il lui reale userà parole e frasi già precedentemente dette a Rose nella sua versione "Vi interrompo, nel dibattito si interrompe, è un modo di entusiasmarsi, come un applauso a scena aperta" (Armand, scena 1).
Se questi personaggi siano solamente proiezioni della mente di Rose o se siano reali, non si riesce a capire, così come non si riesce a capire se la storia avvenga nel passato o nel futuro, così come non si riesce a capire se si sia nel piccolo giardino di Rose, oppure se tutti noi "ci stiamo addormentando immobili e dignitosi, cullati da nenie stupide, quasi divertiti davanti a questo colorato funerale" (Rose, scena 15).
Stefano Benni scrive, negli anni '90, un testo meraviglioso e terrificante, nel quale sembra addirittura prevedere l'incendio a Notre Dame "Notre-Dame è ormai un altare di macerie fumanti, i grifi roventi cadono sui passanti" e l'attacco alle torri gemelle "pioveranno cadaveri dal cielo e voi... sbadiglierete" (Millet, scena 15).
Ma forse in un mondo alla deriva "E mi chiedo se verrà primavera, o se anche primavera è una parola chiusa nel mio museo di carta, e ci attende un tempo di breve, feroce incendio, o un lungo silenzio di paludi e di mosche" (Rose, scena 15) non è complesso prevedere disastri così terrificanti.