La lamentevolissima commedia

di William Shakespeare

uno spettacolo sull'amore(?)

La lamentevolissima commedia di Piramo e Tisbe, produzione Accademia Arte e Vita e Teatro delle Ali: quando il bosco è incantato...

Teatro delle Ali, martedì 27 maggio 2025

Compagnia The Lost SheepS & classi di teatro dell'Accademia
I contemporanei

Regista 1: Cristian Paolati
Regista 2: Veronica De Vivo
Regista 3: Julia Araco

La corte di Atene

Teseo, duca di Atene: Mirko Bellini
Ippolita, Fiordipisello: Federica Nodari
Egeo: Giuseppe Randazzo
Ermia: Greta Bianchini
Demetrio: Mattia Ramus
Lisandro: Davide Manzoni
Elena, Bruscolo: Anna Farisoglio

Gli artigiani / attori

Zeppa falegname: Francesca Gadini
Rocchetto tessitore: Silvia Veraldi
Flauto conciamantici: Michele Gheza
Beccuccio calderaio, Senape: Silvia Gaudenzi

Gli spiriti del bosco

Puck (o Robin Goodfellow): Lia Tognali
Fata, Ragnatelo: Nicole Baccaro
Oberon, re delle fate: Giulio Monchieri
Titania, regina delle fate: Stefania Roman 

Con la speciale, amichevole, gradita partecipazione di

Cupido: Michael Aimoni

Lo spostamento

La lamentevolissima commedia di Piramo e Tisbe debutta oggi al Teatro delle Ali, e debutta con un cast enorme. Si sarebbe dovuti andare in scena il 26 aprile, ma come tutti ben sapete, è stato necessario un piccolo differimento sulla data prevista. Questi dannati poeti inglesi del teatro Elisabettiano sono tosti, arcigni, alteri, supponenti. Ma terribilmente in gamba.

Lo spettacolo

Ho sempre odiato le presentazioni prima degli spettacoli; quelle verbali poi, non le posso proprio sopportare. Sulla Lamentevolissima, inoltre, le cose da dire sono davvero poche. Anche chi non conosce il Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare avrà certamente sentito parlare di una commedia nella quale, in un bosco incantato in cui accadono strane cose, di un folletto vagamente irritante, di amori che nascono e finiscono nel giro di una notte.

E se qualcuno dovesse essere proprio digiuno di tutto questo (anche se dubito con una certa convinzione che si possa essere riusciti per tutta la vita a non avere mai sentito parlare di Cupido), meglio così: lo racconteremo noi.

Solitamente i pezzi teatrali nascono da conflitti. Qui il conflitto principale è quello tra Ermia e suo padre Egeo, che la vorrebbe in sposa a Demetrio. Ermia non ne vuole sapere e fugge nel bosco con il suo unico amore Lisandro; Demetrio la insegue, a sua volta inseguito dalla figlia del vecchio Nedar*: Elena, che lo ama alla follia. Una volta nel bosco, inutile scriverlo, succede un po' di tutto.

Flauto e Beccuccio sogno di una notte di mezza estate

Foto: Adriana Colombo

In quel bosco, nella stessa notte è presente anche un gruppo di attori/artigiani: una compagnia piuttosto sgangherata che fa le prove per uno spettacolo che dovrebbe andare in scena la sera delle nozze del duca di Atene, Teseo, e della Bella Ippolita. La loro proposta per la festa di nozze è proprio La lamentevolissima commedia di Piramo e Tisbe.

* Noi non siamo riusciti a capire chi accidenti fosse questo Nedar, tuttavia Shakespeare lo cita per ben due volte...

Il bosco, quella notte, è popolato da spiriti piuttosto litigiosi, che, mentre si fanno ripicche, giocano un po' con gli umani che là si sono avventurati.

Titania e Oberon, Sogno di una notte di mezza estate

Foto: Adriana Colombo

Cosa è la lamentevolissima? Uno spettacolo sull'amore? Uno spettacolo sulle differenze sociali? Uno spettacolo su entità superiori che si prendono cura del destino degli uomini? William non ce lo ha detto, ci ha lasciato un bel testo da raccontare, null'altro.

Oggi sembra difficile poter raccontare qualcosa senza per forza doverci trovare un risvolto sociale: pare che ogni rappresentazione debba essere a favore o contro qualcosa. Viviamo in questo tempo e ci adattiamo, ma diventa sempre più difficile separare la qualità della rappresentazione dal contenuto: una metonimia pericolosa che spinge al ribasso la qualità delle rappresentazioni. Ionesco (altro genio del teatro) ci ha lasciato questa frase: Se è assolutamente necessario che l'arte o il teatro servano a qualche cosa, dirò che dovrebbero servire a insegnare alla gente che ci sono attività che non servono a niente, e che è indispensabile che ce ne siano. Intrattenimento: questo proviamo a fare, non politica.

Questo spettacolo è dedicato a Hélène De Prittwitz Zaleski.

Hélène, hai talmente desiderato tutto quanto c'è qui intorno, ne hai fatto un dono stupendo a tutta la Valle Camonica, hai combattuto per realizzarlo e noi non dimenticheremo mai questo meraviglioso dono. Lavorare qui è un privilegio, venirci da allievo un'esperienza. A nome di tutta  la classe di teatro, dell'Accademia e del Teatro delle Ali: grazie.